Luca Terlizzi recensisce Valentina controvento di Carlo Sperduti (collana Ottantamila) su Storie per un piccolo pianeta.
Di seguito un estratto.
Com’è il mondo visto da chi ha paura a interagire con gli altri? Come sarebbero la vita quotidiana e le ansie di ogni giorno se a raccontarcele fosse una persona chiusa come un riccio, gelosa della sua solitudine e paurosa del contatto col mondo esterno? La situazione psicologica (o neurologica?) della Valentina di Carlo Sperduti non sembra delle migliori. Depressa e patologicamente timida, forse addirittura affetta da un disturbo dello spettro autistico, Valentina è innamorata pazzamente delle mura del suo appartamento e cerca di evitare ogni contatto con gli altri ad eccezione di Emma, la sua migliore amica e forse unico tramite col mondo esterno. Un mondo esterno completamente folle, in cui la socializzazione è retta da convenzioni burocratiche a dir poco bizantine che sembrano fatte apposta per mettere ancora più a disagio la nostra spaesata protagonista. I dialoghi didascalici, tautologici, lapalissiani denunciano forme vuote in una società quasi priva di sostanza, in cui tutto è soffocato da regole astruse e in cui l’unica fonte di conforto di Valentina è dichiaratamente illegale.