La Leggivendola recensisce Il signor Bovary di Paolo Zardi.
Qui.
Di seguito un estratto.
[…] Il Signor Bovary racconta di una vicenda così squallida che fa strano riconoscerla come banale, stereotipica. Il Signor Bovary è un uomo sulle soglie della mezza età, un borghese che più borghese non si può; un ottimo lavoro con un ottimo stipendio, una bellissima moglie, una figlia piccola. C’è quel cortocircuito che gli fa decidere di iniziare una relazione con Orietta, una donna delle pulizie più giovane, un po’ sovrappeso, non particolarmente affascinante. È una relazione che si basa sul rapporto stesso, punta sul bisogno della via di fuga da una vita già incasellata. Una relazione che si interrompe in maniera brusca, lasciando il protagonista in condizioni a dir poco fecali, – ma non sto a dire oltre, che già è più un racconto lungo che un romanzo breve, manca solo che mi metta a descrivere il finale.
Il Signor Bovary è crudo, cinico e commovente. Il protagonista ce la mette tutta per cercarsela, è malato di quell’insoddisfazione che ti fa fare cose stupide e verrebbe un po’ da rifargli la pettinatura a forza di coppini. Ma non è malvagio, i suoi sentimenti vengono dispiegati di fronte al lettore in modo che possa accogliere la sua debolezza e perdonarlo per le stronzate.
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